Riciclo Carta: Le Linee Guida per la Facilitazione del Riciclo degli Imballaggi
Le “Linee guida per la facilitazione delle attività di riciclo degli imballaggi in carta” è un documento realizzato grazie alla collaborazione tra il gruppo di ricerca del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano e i professionisti di COMIECO.
Il contenuto offre una panoramica completa sulle specificità degli imballaggi in carta e sulle diverse tipologie di materiale che vanno a comporre il packaging, e si si inserisce all’interno del progetto Pensare Futuro che racchiude una serie di iniziative sulla prevenzione dell’impatto ambientale degli imballaggi sviluppate da CONAI.
Clicca il link per leggere l’intero documento: https://www.comieco.org/downloads/13583/8116/Linee_Guida_Riciclo_Imballaggi_prevalenza_cellulosica.pdf –
Gli imballaggi di carta classificazione e funzionalità
Il packaging risponde da sempre all’esigenza dell’uomo di trasportare e conservare i beni per preservarli il più a lungo possibile. Se in antichità si è passati dalla semplice foglia ad altri materiali come il legno, il vetro, i tessuti, la ceramica e la carta, la storia del packaging per come lo conosciamo oggi, inizia nella seconda metà del XIX secolo con la progressiva industrializzazione, assumendo anche in questo contesto la valenza che si lega al branding aziendale. Con il passare del tempo, poi, questa esigenza è diventata sempre più forte.
Oggi la prospettiva della salvaguardia dell’ambiente ci impone di trasformare il packaging nell’ottica dell’ecosostenibilità.
Secondo quanto riportato dal D.Lgs 152/06, Art. 218 si definisce imballaggio “il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo”.
Il packaging deve quindi assolvere quattro funzioni:
- Contenimento del prodotto che sarà usufruito dal consumatore;
- Protezione del contenuto da fattori esterni al fine di mantenerne intatta la qualità nello spazio e nel tempo;
- Manipolazione della merce tra i vari utenti che compongono la rete distributiva (dal produttore al consumatore);
- Presentazione del bene al consumatore, assolvendo così a una funzione comunicativa grazie al trasferimento di informazioni dal produttore all’utilizzatore.
Classificazione degli imballaggi
Se fino a non molto tempo fa il packaging è stato maggiormente finalizzato alla funzione di protezione del contenuto da contaminazioni esterne, attualmente l’uso di materiali funzionali e delle nuove tecnologie ha permesso di generare una nuova categoria di imballaggi definita come smart packaging: si tratta di confezioni che, grazie all’inserimento di elettronica stampata in digitale, acquistano funzionalità che vanno ben oltre il semplice contenimento di un prodotto.
Distinguiamo e classifichiamo nel dettaglio, le tipologie di imballaggio esistenti:
- 1. Imballaggio per la vendita o imballaggio primario: imballaggio a contatto con il prodotto che costituisce un’unità di vendita per l’utilizzatore/consumatore (es. scatola delle scarpe, contenitore delle uova, sacchetto del pane e i brick dei succhi di frutta)
- 2. Imballaggio multiplo o imballaggio secondario: imballaggio concepito per raggruppare un certo numero di unità di vendita (es. le scatole impiegate per l’e -commerce, gli espositori dei supermercati e gli shopper dei negozi)
- 3. Imballaggio per il trasporto o imballaggio terziario: imballaggio pensato per facilitare la manipolazione ed il trasporto di merci e volto a minimizzare i danni connessi al trasporto.
In funzione della loro composizione gli imballaggi possono essere:
- Monomateriali: costituiti da un unico materiale;
- Multimateriali: costituiti da componenti realizzati in differenti materiali che possono essere separate manualmente;
- Compositi detti anche accoppiati o poliaccoppiati): composti da due o più materiali non separabili manualmente.
La Direttiva
La Direttiva 94/62/CE 17 riconosce la funzione sociale ed economica fondamentale degli imballaggi. Nello specifico, la Direttiva 94/62/CE asserisce che il packaging deve essere progettato per consentire il riciclaggio di almeno una determinata percentuale dei materiali usati nel rispetto delle norme in vigore all’interno della Comunità Europea. I parametri che vengono testati riguardano tutte le fasi della vita dell’imballaggio secondo logiche appartenenti al Life Cycle Assessment (LCA).
Bisogna preferire materiali riciclabili in una percentuale superiore al 60% limitando l’accoppiamento con altri materiali. Il packaging deve inoltre offrire la possibilità di minimizzare totalmente il rischio di rimanenze di prodotto all’interno del contenitore, così da evitare che il residuo, per esempio alimentare, contamini il rifiuto riciclabile.
Non bisogna dimenticare, ad esempio, che la carta e il cartone anche se caratterizzati da numerosi vantaggi, quali traspirabilità, flessibilità e leggerezza del prodotto finale, sono allo stesso tempo materiali suscettibili all’umidità e all’acqua, non idonei a confezionare prodotti grassi se non in accoppiamento con materiali che facciano da barriera.
A parità di prestazioni, è dunque opportuno optare per imballaggi in monomateriali di cellulosa, così da minimizzare le componenti di materiali differenti. Qualora invece sia impossibile evitare l’adozione di quest’ultima soluzione, è necessario che tali imballaggi siano facilmente separabili dall’utente finale.
Design for recycling: come deve essere progettato il packaging?
Per parlare di design for recycling è importante che il progettista conosca e tenga in considerazione i diversi processi che compongono il fine vita dell’imballaggio, per essere in grado di progettare soluzioni alternative che mirino ad ottimizzare il riciclo di prodotti di imballaggio in carta e cartone.
Il packaging deve ad esempio, essere realizzato con inchiostri facilmente lavabili in fase di recupero. Per esempio, gli inchiostri UV non sono facilmente removibili e il loro utilizzo può compromettere la purezza di un lotto avviato al riciclo.
Per ottenere un packaging riciclabile è opportuno limitare anche l’utilizzo di nastri adesivi in PVC oppure le graffette di fissaggio che risultano difficili da rimuovere per il consumatore finale, e allo stesso tempo creerebbero un residuo all’interno della lavorazione del prodotto da riciclare.
Da sempre CART-ONE è in prima linea nell’implementazione di strategie di produzione di cartone ondulato per la creazione di un imballaggio sostenibile. Contattaci per maggiori informazioni sulle nostre proposte per la creazione di packaging personalizzato di alta qualità.
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